Quando vado in giro per il centro storico di Putignano mi piace guardarmi intorno, ci sono sempre mille particolari da notare. Ho passato molto tempo durante le mie passeggiate a guardare i muri e su questi gli scialbi di calce. Lo scialbo di calce è fondamentale nei nostri centri storici, li caratterizza nel loro biancheggiare e, fatto fondamentale in passato, garantisce igiene agendo contro i patogeni.
Mi piacciano i muri sbrecciati dove l’intonaco è rotto lasciando esposta la pietra.
Ho fatto molte foto per cercare di capire meglio.
Fra le pietre quello che vedo sono delle ruvide fughe in terra (“vuolo” terra rossa argillosa residuo insolubile del calcare ) e calce.
Lo stesso impasto andava a costituire un rinzaffo, un primo strato di regolarizzazione, sulle asperità delle murature di pietra.
Poi su questo si stendeva un arriccio fatto con intonaco di grassello di calce impastato con tufina e paglia. La paglia aveva la funzione che ora hanno le reti antiritiro.
Infine veniva passata a pennello la mano di latte di calce che rinfrescata ogni anno arrivava a creare un notevole spessore. Lo strato degli scialbi di calce è fatto di tanti piccoli piani che si sovrappongono come fogli.
L’ing. Fumarola descrive l’impasto dell’intonaco di calce come una parte di grassello di calce e tre parti di tufina mischiate con paglia sottile che fungeva da fibra di rinforzo ostacolando la fessurazione . La tufina per quello che si vede nelle foto e per come viene descritta era una polvere calcarea sottile che presentava anche inerti di granulometria leggermente maggiore. Spesso la tufina veniva semplicemente raccolta ai bordi delle strade fatte di pietrisco che sfarinava a causa del caldo e dell’usura.
Una anziana signora recentemente mi ha raccontato di come suo padre facesse il cemento raccogliendo il pietrisco macinato ai bordi della strada, doveva farlo allora con il cemento come prima si faceva con la calce. Ricordi di un passato recente che si ricollegano con la tradizione.